Nel 1944 fu fortificata, quale ultimo baluardo tedesco, la cosiddetta Linea Gotica o Linea Verde, che correva da Pesaro al mar Ligure, tagliando la valle del Serchio a sud di Borgo a Mozzano. Realizzata da manodopera italiana coatta, essa fu dotata di fortini, muri anticarro, trincee, postazioni per cannoni e tiratori.
La fascia della Linea Gotica fu teatro di numerose stragi naziste, compiute ai danni della popolazione quale rappresaglia ed intimidazione contro i civili che si erano uniti in formazioni partigiane nel tentativo di conseguire la liberazione di questi territori. La provincia di Lucca fu percorsa da cruenti scontri che si intensificarono tra la fine di giugno e l’inizio di agosto del 1944.
La Resistenza ottenne la liberazione di Lucca il 5 settembre del 1944 e favorì lo sfondamento della Linea Gotica da parte degli Alleati nella primavera del 1945.
A Farneta, tra Quiesa e Compignano, si trova una Certosa, ancora abitata dai monaci, che il 2 settembre 1944 fu teatro di una gravissima strage: una pattuglia d’una ventina di soldati delle SS la invase a mano armata e deportò tutta la Comunità. Furono uccisi dai tedeschi dodici membri, tra cui il P. Priore, il Procuratore, il Maestro dei novizi e un Vescovo novizio. Essi avevano aiutato trenta ebrei a nascondersi, avevano sfamato numerosi civili e nascosto le opere d’arte lucchesi più importanti. Il materiale relativo alla seconda guerra mondiale in lucchesia è stato raccolto con dedizione sia nell’Istituto storico della Resistenza, fondato nel 1977, che nel Museo storico della Liberazione, entrambi a Lucca.
La Val di Serchio fu interessata da una lunga permanenza dei tedeschi, attestati sulla Linea Gotica. Ad Anchiano un monumento ricorda l’esistenza del campo di concentramento in cui furono rinchiuse in totale 2500 persone, impiegate tra l’altro nella costruzione in loco di un fortino e di un baluardo anticarro. A Borgo a Mozzano, attraverso il fiume Serchio, fu costruito un’imponente muro anticarro, a sua volta protetto da innumerevoli case matte, rimasto tutt’oggi quasi intatto. A Fornoli, nel Parco della pace, si può visitare il monumento dedicato ad una bambina deportata. Nella vicina Bagni di Lucca infatti fu creato un campo di concentramento per ebrei, di cui 111 trasferiti e uccisi ad Auschwitz il 6 febbraio 1944 tra le 5.45 e le 9.00 del mattino. Numerosissimi poi in tutta la zona i cippi e le lapidi in ricordo dell’uccisione dei partigiani durante gli scontri con i nazisti.
Tappa imprescindibile, per ripercorrere i luoghi della resistenza è S.Anna di Stazzema. Qui il Museo Storico della Resistenza conserva materiale storico-documentario e numerose opere d’arte donate da pittori e scultori. Al di sopra del Museo si erge il grande Monumento-Ossario dedicato ai 560 caduti nell’eccidio del 12/8/1944, opera realizzata nel 1948 dall’architetto Tito Salvatori e dallo scultore Vincenzo Gasperetti. Tra la Piazza della Chiesa e l’Ossario si snoda un percorso scandito dalle stazioni di una doppia Via Crucis , in cui a fianco delle scene della Passione di Cristo sono presentate immagini della strage e della violenza nazista. Nel 1970 la Regione Toscana ha ribadito l’importanza storica e morale di Sant’Anna, già insignita con la Medaglia d’oro al Valor Militare, proclamandola Centro Regionale della Resistenza. Tutta la zona apuana e versiliese fu teatro di sanguinosi scontri tra bande partigiane e tedeschi, e di violente rappresaglie ai danni della popolazione locale, ricordate da molti monumenti sparsi nel territorio.